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Tre miti sul ‘vero amore’

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Tre miti sul ‘vero amore’

Una coppia sposata o comunque convivente da molti anni, per essere una coppia felice, certamente si distingue per una buona comunicazione, una totale comprensione reciproca, e la completa accettazione dell’altro. E’ cosa che tutti noi diamo per ovvia. Ma è vera?

  1. Partiamo dalla buona comunicazione. Un argomento che amo molto e di cui spesso parlo. Cosa significa in una coppia di lunga data, comunicare bene? E quanto si comunica? Un punto importante è che le coppie di lunga data, in realtà, parlano poco. Meno delle coppie novelle. Possono esserci diversi motivi al riguardo, ma certamente possiamo dire che, dopo anni di convivenza, spesso sappiamo già cosa l’altr* sta per dire; abbiamo idee abbastanza chiare su cosa pensa su diversi argomenti, su cosa desidera, sull’umore di cui è quando torna a casa. Sappiamo già così tanto, che spesso non sentiamo la necessità di entrare in certi argomenti…o discussioni. In alcuni casi, sappiamo già che intraprendere un certo argomento ha elevate probabilità di portare ad una discussione. Tuttavia, andiamo a valutare questo fatto come ‘cattiva o poca comunicazione’, riferendoci proprio al fatto di parlare poco. In effetti tendiamo a pensare che comunicare bene significa comunicare molto.
  2. Ci si comprende del tutto; il che comporta, generalmente, che sappiamo bene come sia l’altr*, e dunque non ci sono più misteri. E se ci fossero zone d’ombra insospettate, allora pensiamo di non averl* veramente capit*, o che lei/lui ci abbia nascosto qualche parte di sé; ci spaventiamo, leggiamo questo non sapere come distanza emotiva. Se non so tutto di te, allora siamo lontani.
  3. Ovviamente, accettiamo in toto il/la nostr* partner. Ovvio. Tutto ciò che fa parte di lui/lei, se è vero amore, se è un amore maturo e destinato a durare, noi lo amiamo; sì, magari ogni tanto siamo un pò infastiditi da quel o quell’altro comportamento/atteggiamento, ma in fondo al nostro cuore, la sera, stesi a letto, sentiamo di amarl* anche con quel comportamento – e l’idea che non sia così apre riflessioni inquietanti.

Fantastico, davvero. Nel senso che una coppia così è probabilmente fantastica, e realisticamente improbabile.

Parliamo della comunicazione

Gli aspetti non verbali vengono ad essere molto più rilevanti, e guarda caso non sono qualcosa su cui possiamo ‘lavorare’, sono invece un immediato riflesso del nostro livello di intimità. Il tono con cui scambiamo anche poche parole, i messaggi corporei, il modo in cui stiamo vicini, sono davvero espressivi di quanto stiamo bene insieme. Va anche osservato, che a seconda del nostro percorso di coppia, e della nostra capacità di vivere assieme nel reciproco rispetto, forse non saremo troppo turbati quando il/la nostr* partner torna a casa di pessimo umore, e sapremo come e quando avvicinarci, in altre parole avremo imparato a rispettare il suo stato d’animo senza interpretarlo come ‘Non vuoi stare/parlare con me’, o ‘Preferiresti essere altrove’, o ‘Non sono un* buon* compagn*’. Un silenzio permeato da serenità alle volte è un’ottima comunicazione.

Ed eccoci alla comprensione

Comprendiamo molto del/la nostr* compagn*, l* conosciamo bene, sappiamo molto spesso cosa aspettarci e cosa no. Alle volte, tuttavia, ci sorprendiamo. Ecco un aspetto, un pensiero, un’emozione, un atteggiamento che non avremmo sospettato! Da dove arriva? Il/la nostr* compagn* è cambiat*?

Beh, ci auguriamo che tutti cambino, nel corso della loro vita, soprattutto in coppia, per due motivi: il primo è che l’essere umano è portato ad evolversi, a crescere insomma, fino all’ultimo dei suoi giorni; il secondo è che l’evoluzione in coppia, il cambiamento che affrontiamo l’uno accanto all’altro, apre sì nuove zone d’ombra, ma anche ‘nuove avventure’ . Nell’altro c’è sempre qualcosa da scoprire, c’è e ci deve essere sempre una parte misteriosa, dentro alla quale noi non possiamo e non dobbiamo entrare. Ognuno ha una parte di sé che gli appartiene, che è solo sua, che misteriosa per gli altri. Sapere tutto dell’altro, assomiglia più al controllo che all’amore.

Accettare l’altro in tutto?

Che dire….anche no. Perché dovremmo? Possiamo davvero aspirare ad incontrare qualcuno di cui amiamo tutto? Questo presupporrebbe una dote di compiacenza davvero poco salutare, lasciatemelo dire. Qualcosa non ci piacerà, alle volte, mentre altre volte ci farà proprio arrabbiare. Litigheremo. Ci calmeremo. Forse ci sentiremo un po’ sciocchi per aver litigato su qualcosa che non è poi così importante. Forse rifletteremo che abbiamo punti di vista e necessità differenti, alle volte, e che accettarle vuol dire ‘Ok, questa cosa di te non mi piace molto, ma tu sei la persona con cui ho scelto di crescere, ed anche questo in qualche modo mi aiuta a farlo’. La realtà nuda e cruda è che solo una nostra copia carbone non ci infastidirebbe mai (a dire il vero, neanche di questo sono così sicura).

‘E dunque? Com’è la coppia che funziona bene?’

Di persona, risponderei: che funziona bene per chi….? Per te? Per me?…. Di certo c’è che, anche nella vita di coppia (fortunatamente) la perfezione non esiste, e nemmeno la certezza. Esistono la volontà di ascoltare anche senza capire tutto, di scoprire, e la fiducia in sé, nell’altr*, e nelle congiunte capacità di crescere assieme. Tutto il resto è….una scoperta.

Buon viaggio.

Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza e Brianza


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