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Donne che subiscono e uomini che non sanno amare

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Donne che subiscono e uomini che non sanno amare

Titolo banale, forse. Necessario, io credo.

Donne che subiscono violenza ce ne sono molte, troppe, ed hanno bisogno di aiuto, non solo nei centri che si dedicano proprio a questo, ma nella nostra società, che diciamolo, è ancora pervasa di elementi di violenza di genere. Certe idee diffuse sulle donne continuano a scorrere sotto alla pelle del politicamente corretto, e lo sappiamo tutti. E’ ben chiaro cosa deve fare o non fare una donna, cosa rischia ‘se’. Sappiamo anche (o almeno, dovremmo saperlo) che la violenza sulle donne quasi sempre avviene in casa, per mano di chi ti ama o ti ha amato, seppur sia discutibile il modo prescelto. Dunque è un problema che non riguarda me, perché mio marito mi tratta bene, nemmeno la mia vicina, la mia amica o la famiglia di fronte. Oh no. Riguarda TUTTI noi.

Le donne maltrattate ed abusate hanno bisogno che tutti, dal primo all’ultimo membro della società in cui vivono, inizino un difficile lavoro di presa di coscienza di tutte queste idee che continuano a sopravvivere a livello culturale, e facciano quanto possono per liberarsene. La donna che quando lavora trascura marito e figli, e quella che non lavora e allora vive a spese del povero marito. La donna che sta sempre a casa e non si prende cura di sé, dunque non è più attraente verso il marito, e quella che invece si prende due giorni per fare una vacanza alla spa con l’amica ed è una poco di buono. Quella che sta sempre con i figli e trascura il marito, e quella che li lascia con i nonni e trascura i figli. Di esempi simili ne potremmo trovare moltissimi: la donna deve fare tutte queste cose assieme se non vuole ‘andarsele a cercare’, qualunque sia la cosa che poi troverà.

Gli uomini hanno bisogno , esattamente quanto le donne, di un rapporto d’amore basato su reciprocità, rispetto e autonomia personale. Ogni essere umano necessita di questo. Siamo programmati per apprendere come stare in relazione da ciò che vediamo crescendo, in primo luogo nella nostra famiglia. Partiremo da questo, ma sia ben chiaro che la faccenda potrebbe complicarsi per moltissimi motivi, dipendenti dalle diverse esperienze che incontreremo e dai nostri fattori costituzionali. Basta poco a porre basi per un rapporto sbilanciato o basato su giochi di potere. Non serve vedere papà che picchia la mamma, o che la insulta apertamente. Basta vedere una mamma che non può lavorare, perché i soldi li porta l’uomo. Una madre la cui opinione vale di meno perché è una donna. Una sorella a cui si dice che è bella ma la cui intelligenza viene considerata poco niente. Bastano piccole cose, tramandate culturalmente di generazione in generazione, per fare un uomo che ha una certa idea di come devono stare le cose nella coppia, ed una donna che spesso inconsapevolmente, si incamminerà a piccoli passi su questa strada.

Questi uomini e queste donne hanno cercato una storia d’amore, e si sono trovati su una strada di desertificazione. Oramai è molto chiara l’importanza di indirizzare l’attenzione a questi uomini, oltre ad aiutare le donne. Una relazione si costruisce in due, e se la donna ha bisogno di percorrere quella difficile strada che la porterà ad aver un sufficiente rispetto di sé e delle proprie capacità e diritti da non incorrere più in una relazione violenta, l’uomo ha certamente una necessità speculare: quella di imparare a stare in una relazione basata su altri presupposti, con tutto ciò che può emergere in relazione alla sua storia personale. Esattamente come non esiste la donna vittima tipo, così non esiste l’uomo violento standard. 

Eccoci dunque oggi a chiederci come proteggere donne e uomini. Donne che vogliono vivere e uomini che vogliono amare.

Non voglio in alcun modo comporre un’apologia del carnefice. La violenza va perseguita e condannata. Andrebbe però fermata prima. Imbattersi nel limite per alcuni uomini è assolutamente necessario; altri iniziano ad intravedere da sé la necessità di fermarsi prima di perdere la propria famiglia.

La società nella sua interezza deve essere partecipe, per condannare un’inaccettabile violenza, e prima ancora per ricercare, promuovere e tutelare un cambiamento nella considerazione della donna e del suo ruolo nella famiglia e nella società, nel quale ogni donna percepisca come una certezza il diritto di sentirsi al sicuro, ed ogni uomo percepisca d’altro canto l’inviolabilità della donna e dei suoi diritti.

Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza e Brianza


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