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Troppo o troppo poco? Problemi di desiderio

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Troppo o troppo poco? Problemi di desiderio

C’è chi ha tanta voglia di far l’amore, e c’è chi non ne ha. Il luogo comune vuole un marito che ci prova ed una moglie col mal di testa, ma diciamocelo, i luoghi comuni come questo sono di poca utilità, anzi, sono proprio dannosi.

Innanzitutto continuano a portare avanti l’idea che gli uomini debbano avere desiderio (e se non ce l’hanno non sono normali), mentre le donne possono pure non averne (e se ne hanno parecchio…non va bene); inoltre, difendono l’idea che se nella coppia un* dei due non ha voglia di fare sesso, debba inventare una qualche scusa, piuttosto che dirlo e discutere della propria vita sessuale con il/la compagn*. Un’idea di coppia piuttosto triste, per come la vedo io.

Cosa succede davvero nelle coppia? Difficoltà legate alla quantità dei rapporti sessuali sono davvero molto frequenti, in tutte le relazioni. In effetti, questo è spesso motivo di consulenza sessuologica.

Il desiderio sessuale

Che cos’è? La voglia di avere un rapporto sessuale, ovviamente, ma vediamo una definizione un po’ più articolata:

Il desiderio sessuale può esser considerato una rappresentazione mentale di una meta che comporta piacere sessuale; come esperienza consapevole è dunque strettamente legata al cercare e al volere coscientemente tale piacere.
(Dettore, in Sessuologia Medica, Jannini Lenzi Maggi).

Una prima annotazione importante riguarda il piacere sessuale. Il desiderio è la ricerca del piacere, dunque se una persona non prova piacere nell’avere un rapporto sessuale, o non ne prova abbastanza, non ci si può attendere abbia desiderio. Se questa fosse la ragione per non averne, allora il problema è un altro, ovvero la mancanza di soddisfazione nel rapporto, che richiede un altro tipo di indagine e di intervento. Parliamo di un calo del desiderio laddove il rapporto causi usualmente piacere, cioè: la stimolazione è adeguata e l’atto sessuale provoca piacere (con il raggiungimento dell’orgasmo o meno, poiché alcune persone si dicono soddisfatte di un rapporto anche se non raggiungono l’orgasmo).

Ammesso quindi che i rapporti sessuali  sono gratificanti e piacevoli, qual è il normale livello di desiderio sessuale? Udite udite, la normalità non esiste, il desiderio sessuale varia moltissimo da persona a persona, ed anche nell’arco della nostra vita può cambiare per una serie di motivi piuttosto numerosi ed in molti casi del tutto fisiologici.

  • variabilità individuale: affermo con gran soddisfazione l’apparente ovvietà che ogni persona è diversa, ed ha di conseguenza diversi livelli di desiderio. Da cosa dipende la variabilità individuale? Da una quantità di fattori, dai livelli ormonali alle esperienze individuali; mi soffermo però su questa riflessione: da che cosa dipenda, non fa alcuna differenza, ognuno ha diritto ad avere il desiderio sessuale che ha. C’è chi non ne ha affatto. Alcune persone si definiscono asessuali, e non sono interessate ai rapporti sessuali (che non significa che non ne abbiano all’interno di una relazione, o che abbiano una disfunzione sessuale. L’asessualita’ è un orientamento sessuale, e si riferisce all’assenza di attrazione sessuale per altre persone. Se volete saperne di più, leggete questo articolo del dott. Antonio Prunas).
  • variabilità nel corso della vita: il desiderio sessuale di una persona subisce variazioni, innanzitutto dipendenti dalla fase della vita. Ce la ricordiamo l’adolescenza, con gli ormoni alla riscossa, che oltre ai brufoli comportano pensieri a volte ossessivi verso la sessualità? C’è l’innamoramento, una fase della relazione nella quale solitamente proviamo un grande desiderio per la persona di cui siamo innamorati. La routine nella coppia spegne il desiderio, ma attenzione, l’eros si può coltivare e ravvivare, se non in frequenza, in qualità. L’età che avanza comporta un certo calo del desiderio, anche qui di entità del tutto soggettiva. In determinate fasi della vita (gravidanza, allattamento, menopausa) i picchi ormonali comportano fluttuazioni nel desiderio sessuale. La genitorialità può ben portare con sé un calo del desiderio nei genitori, a causa del cambiamento di vita, della fatica, della necessità di abituarsi alla nuova famiglia. Momenti molto stressanti incidono sul desiderio, ed ovviamente vi sono patologie e farmaci che influiscono considerevolmente, motivo per il quale va consultato uno specialista.

Quando ho un disturbo del desiderio?

C’è un disturbo del desiderio quando qualcuno se ne lamenta.

In altre parole, il desiderio sessuale è problematico quando, all’interno di una relazione, vi è discordanza di desiderio. Chi se ne lamenta è il/la partner di chi ne ha poco, usualmente, questo perché è chi ha meno desiderio che ‘stabilisce’ la frequenza dei rapporti. In consultazione dunque arriva il partner che vorrebbe fare più spesso l’amore, il partner con meno desiderio che teme di ‘rovinare’ la relazione, o la coppia che chiede aiuto.

Va da sé che potremmo avere anche il caso contrario: cioè una persona che si lamenta che il/la partner vuole fare sesso troppo spesso. Tuttavia, come dicevamo sopra, la frequenza dei rapporti si assesta su chi ha meno desiderio – e meno male: il caso contrario implica che un* dei due si forza ad avere rapporti che non desidera, con altri problemi a seguire, senza dubbio.

Immaginiamo una coppia in cui si fa l’amore una volta ogni due mesi: ad entrambi sta bene? Ottimo. Nella realtà non è detto che si sia così fortunati da incappare nella persona con pari desiderio. Nel momento in cui un* partner ha desiderio maggiore, ed inizia a risentire in modo importante della mancanza di intimità sessuale nella relazione, allora la frequenza dei rapporti sessuali diventa un problema: per la soddisfazione reciproca, per l’intimità, per salvaguardare la propria relazione, in ultima analisi.

Come affrontare una situazione di questo tipo?

E’ un problema che riguarda la coppia, e non il singolo. Di conseguenza, una volta esclusi problemi medici, legati a patologie o disfunzioni ormonali, o a determinate terapie farmacologiche, la coppia affronta una consulenza sessuologica.

Perché non può occuparsene solo chi ha il desiderio più basso?

Per diversi motivi:

  1. Significherebbe supporre che quella persona sia ‘in difetto’, e come abbiamo visto finora non è così.
  2. La relazione sessuale si costruisce assieme, ed assieme si mantiene. Se va trovato un nuovo equilibrio, non possiamo pensare che sia uno dei due a costituirlo da solo.
  3. La sessualità è circolare, ossia consta di una serie di azioni e risposte, per cui un* partner riponde all’altr*, e viceversa, in una dinamica circolare che comporta accomodamenti continui. Non è possibile che un* dei due modifichi il proprio comportamento, senza che questo abbia un’influenza, e venga influenzato dall’altr*. In sostanza, il rischio è quello di fare un lavoro del tutto inutile, se non addirittura controproducente per la relazione: che per definizione, si crea in due, a maggior ragione se parliamo di sessualità.

A partire da una consultazione in coppia, dunque, si stabilisce il piano terapeutico più adeguato, se necessario; è possibile, a questo punto, che uno dei due possa avere bisogno di un percorso individuale, laddove vi siano delle aree di conflitto che impediscono una serena sessualità, da riportare in ogni caso all’interno del percorso della coppia. (Questo può accadere in qualunque consultazione di coppia: può darsi il caso che un*, o entramb*, necessitino di lavorare su alcune problematiche strettamente individuali).

Non dimentichiamo che la sessualità costituisce una porta unica e preziosa nella vita di una coppia, e quando porta ad una crisi nella relazione, può avere due diversi esiti: la fine della relazione, oppure una nuova fase nella quale non solo migliorare il rapporto e l’intimità, ma scoprire nuovi modi di vivere la sessualità, forse – chi lo sa? – piu soddisfacenti di quanto avremmo mai osato pensare.

Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza e Brianza


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